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Vitamina D: l'EFSA ne stabilisce i valori di riferimento per la dieta

L'EFSA ha stabilito i valori di riferimento nella dieta ( DRV Abbreviazione di “valori di riferimento per la dieta, ovvero l’insieme dei valori di riferimento per l'assunzione di sostanze nutritive costituito dagli apporti di riferimento per la popolazione (PRI), dal fabbisogno medio (AR), dai livelli di assunzione adeguati (AI), dalle soglie inferiori di assunzione (LTI) e dagli apporti di riferimento (RI). I DVR sono solitamente utilizzati come base per la definizione dei valori di riferimento sulle etichette alimentari e per la determinazione delle linee guida dietetiche basate su alimenti) per l’assunzione di vitamina Sostanza alimentare necessaria in quantità minime per garantire una normale crescita e mantenere in buone condizioni di salute l'uomo e gli animali. La maggior parte delle vitamine sono "essenziali"poiché non vengono prodotte all'interno dell'organismo D. L'EFSA fornisce questo parere ai gestori del rischio dei Paesi europei, che li usano per esprimere raccomandazioni per i consumatori. 

Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sui prodotti dietetici, l'alimentazione e le allergie (NDA) ha stabilito per gli individui sani di oltre un anno di età un apporto Quantitativo di una sostanza (nutritiva o chimica) assunto da una persona o un animale attraverso la dieta adeguato ( AI Abbreviazione di “assunzione adeguata”, raccomandazione nutrizionale usata quando non vi sono informazioni sufficienti per calcolare il fabbisogno medio. Un'AI è il livello medio di sostanze nutritive assunte giornalmente da una popolazione sana, che si presume sia adeguato a soddisfare il fabbisogno di tale popolazione) di 15 µg al giorno. Nel gruppo sono incluse donne in gravidanza e donne in allattamento. Per i lattanti di età compresa tra 7 e 11 mesi i DRV sono stati fissati a 10 µg al giorno.

L'impostazione dei DRV per la vitamina D, che fa parte della revisione dei valori di riferimento per l’assunzione di sostanze nutritive e calorie  già stabiliti nel 1993, è di ausilio ai gestori del rischio per formulare raccomandazioni specifiche sull’assunzione di sostanze nutritive che consentano ai consumatori europei di fare scelte dietetiche sane.

La vitamina D può anche essere sintetizzata dall’ organismo Essere vivente come l'uomo, gli animali, le piante e i microbi (per esempio, batteri, virus) tramite esposizione Concentrazione o quantitativo di una particolare sostanza che viene assorbito da un individuo, una popolazione o un ecosistema con una specifica frequenza nell'arco di un determinato lasso di tempo al sole, riducendone in tal modo la quantità da assumere con la dieta. I DRV per la vitamina D sono basati sull’ipotesi che l’esposizione al sole sia minima, e dunque limitati i livelli di vitamina D sintetizzata. I DRV servono a garantire che i consumatori europei assumano sufficienti livelli di vitamina D, a prescindere dalla loro ubicazione geografica ed esposizione alla luce solare.

La vitamina D svolge un ruolo importante nell’organismo, contribuendo, in particolare, a mantenere ossa e funzionalità muscolare in buone condizioni. La carenza di vitamina D può avere effetti negativi sulla densità ossea, causando ossa molli nei bambini (rachitismo) e ossa fragili o deformi negli adulti.

L'EFSA raccomanda di eseguire ulteriori ricerche sugli effetti dell’assunzione di vitamina D tramite alimentazione e per sintesi cutanea.

La valutazione eseguita dell'EFSA per i consumatori europei si rifà a quella del Comitato scientifico consultivo sulla nutrizione Scienza che studia il modo in cui la dieta è correlata al bisogno di sostentamento dell'organismo del Regno Unito (SACN), che ha stabilito i DRV di vitamina D raccomandati per la popolazione Comunità di persone, animali o piante della stessa specie del Regno Unito. Al parere scientifico Documento scientifico che comprende: valutazioni del rischio su questioni scientifiche generiche; valutazioni di una domanda di autorizzazione all'immissione in commercio di un prodotto, una sostanza o un'indicazione; o l'esame di una valutazione del rischio è acclusa una nota esplicativa dell'EFSA che espone i rispettivi metodi adottati dai due organismi nel ricavare i DRV di vitamina D, tra cui la metodologia, i dati utilizzati e l'area geografica trattata dalla valutazione.

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