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L’EFSA esamina i rischi per la salute pubblica derivanti dagli alimenti di origine non animale

L'EFSA ha pubblicato la prima valutazione scientifica in Europa sui rischi per la salute pubblica derivanti dagli agenti patogeni che possono contaminare gli alimenti di origine non animale. Il parere scientifico Documento scientifico che comprende: valutazioni del rischio su questioni scientifiche generiche; valutazioni di una domanda di autorizzazione all'immissione in commercio di un prodotto, una sostanza o un'indicazione; o l'esame di una valutazione del rischio. pone a confronto la percentuale di casi di contagio in esseri umani, segnalati in Europa dal 2007 al 2011, nei focolai di malattie a trasmissione alimentare riconducibili ad alimenti di origine non animale con le percentuali relative alle malattie associate agli alimenti di origine animale. Gli esperti dell'EFSA hanno inoltre individuato e classificato i binomi di alimenti e agenti patogeni più frequentemente legati a malattie causate da alimenti di origine non animale.

Gli alimenti di origine non animale comprendono un'ampia varietà di frutta, verdure, insalate, semi, frutta secca, cereali, erbe e spezie e costituiscono una parte importante della nostra dieta quotidiana. In base al parere scientifico pubblicato oggi dal gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici, gli alimenti di origine animale continuano a essere la fonte della maggior parte di tutti i focolai documentati e segnalati (90%). Tuttavia in questo periodo è aumentato il numero di focolai, di casi di malattia negli esseri umani e di ricoveri ospedalieri associati agli alimenti di origine non animale.

I focolai infettivi ascrivibili a questi alimenti tendono a far registrare un numero maggiore di contagi in esseri umani, ma generalmente sono meno gravi in termini di ricoveri e decessi rispetto a quelli riconducibili agli alimenti di origine animale. Tuttavia, nell’esaminare le tendenze dal 2007 al 2011, in base alle quali i focolai legati agli alimenti di origine non animale erano associati al 10% del numero complessivo di focolai, al 26% dei casi accertati negli esseri umani, al 35% dei ricoveri ospedalieri e al 46% dei decessi, si deve considerare l'elevato impatto sulla salute del focolaio infettivo di Escherichia coli produttore della tossina Shiga nei germogli. Se si escludono i dati di questo focolaio epidemico di vasta portata, gli alimenti di origine non animale erano all’origine del 5% di tutti i decessi causati da focolai infettivi di origine alimentare segnalati.

Sviluppo di un modello di classificazione del rischio

Il gruppo di esperti scientifici ha creato un modello per agevolare i gestori del rischio nella classificazione dei rischi correlati alle malattie a trasmissione alimentare causate da alimenti di origine non animale. Il binomio di alimenti e agenti patogeni (virus, batteri o parassiti) classificato come di maggiore impatto nel periodo esaminato è stato quella di Salmonella e verdure a foglia verde consumate crude, seguito dalle seguenti combinazioni, tutte classificate allo stesso livello: Salmonella e ortaggi a bulbo e a stelo (quali asparagi, cipolla, aglio ecc.), Salmonella e pomodori, Salmonella e meloni ed E. coli patogeno Organismo (per esempio, batterio, virus e parassita) che può causare una malattia. e baccelli freschi, legumi o cereali.

Come per tutti i modelli, l'analisi ottenuta presenta qualche limite, legato ai dati presi in esame. Il gruppo di esperti scientifici ha utilizzato i dati di monitoraggio delle zoonosi raccolti dagli Stati membri, che forniscono informazioni sul numero e sulla gravità dei focolai di malattie a trasmissione alimentare in tutti gli Stati membri.

È possibile tuttavia che l'importanza di alcune combinazioni sia stata sopravvalutata e che si arrivi a individuare ulteriori combinazioni di alimenti e agenti patogeni prendendo in esame i dati dei futuri monitoraggi a livello di UE. È anche probabile che il modello sottovaluti l'importanza di malattie a carattere più sporadico, come ad esempio quelle causate da Listeria monocytogenes o Campylobacter.

Il parere scientifico dell'EFSA raccomanda l'adozione di una terminologia armonizzata nella classificazione degli alimenti finalizzata alla raccolta di dati nonché la raccolta di informazioni integrative sulla preparazione, lavorazione e conservazione dei singoli alimenti.

Fasi successive

Nel 2013 l'EFSA procederà ad analizzare i fattori che contribuiscono ai rischi associati alle combinazioni di agenti patogeni e alimenti individuate nel parere scientifico. Ove opportuno, si studieranno anche i criteri microbiologici e le opzioni per attenuare i rischi derivanti da specifiche combinazioni di agenti patogeni e alimenti.

Notes to editors

Il modello di classificazione del rischio adottato nel presente parere è stato adattato da un modello pubblicato dalla FDA degli Stati Uniti. Esso si basa su sette criteri: l’intensità delle associazioni tra alimenti e agenti patogeni, l' incidenza Numero di nuovi eventi che si verificano in un determinato periodo di tempo all'interno di una specifica area geografica; per esempio il numero di casi di influenza che si registrano annualmente in Europa. e il carico delle malattie, il rapporto dose-risposta Rapporto tra il quantitativo di una sostanza cui è esposto un organismo, una popolazione o un ecosistema e il modo in cui esso/essa reagisce (per esempio, in termini di tossicità)., il consumo, la prevalenza della contaminazione e il potenziale di crescita degli agenti patogeni durante il periodo di conservabilità dell’alimento. Avvalendosi di tutti e sette i criteri, il gruppo di esperti scientifici ha individuato i principali gruppi di combinazioni di alimenti e agenti patogeni.

Il parere pubblicato oggi integra la precedente raccomandazione del gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici, pubblicata nell'ottobre 2011, che ha valutato i rischi rappresentati dall'Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC), e da altri batteri patogeni che possono contaminare i semi destinati alla produzione di germogli e i semi germogliati. La consulenza scientifica dell'EFSA è stata richiesta a seguito dell’importante focolaio di STEC, causato nella primavera ed estate del 2011 da un raro ceppo virulento di STEC noto con il nome di O104: H4. Questo incidente ha evidenziato come gli alimenti di origine non animale possano essere causa di epidemie di vasta portata.

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