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L’EFSA aggiorna il proprio parere sul bisfenolo A

Il gruppo di esperti scientifici AFC[1] dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato un ulteriore parere scientifico Documento scientifico che comprende: valutazioni del rischio su questioni scientifiche generiche; valutazioni di una domanda di autorizzazione all'immissione in commercio di un prodotto, una sostanza o un'indicazione; o l'esame di una valutazione del rischio su uno specifico aspetto della sostanza chimica bisfenolo A (BPA), riguardante l’eliminazione della sostanza dall’ organismo Essere vivente come l'uomo, gli animali, le piante e i microbi (per esempio, batteri, virus) e come ciò sia in relazione con la valutazione del rischio Campo specialistico della scienza applicata che comporta la disamina di dati e studi scientifici per valutare i rischi associati a determinati pericoli. Si articola in quattro fasi: individuazione del pericolo, caratterizzazione del pericolo, valutazione dell'esposizione e caratterizzazione del rischio del BPA per l’uomo. Obiettivo alla base del parere era quello di prendere in esame i dati recenti e valutarne le possibili implicazioni per quanto già espresso dall’EFSA sul BPA nel suo parere del 2006, in cui si concludeva che l’ esposizione Concentrazione o quantitativo di una particolare sostanza che viene assorbito da un individuo, una popolazione o un ecosistema con una specifica frequenza nell'arco di un determinato lasso di tempo al BPA è nettamente al di sotto dell’assunzione giornaliera tollerabile ( TDI Abbreviazione di “dose giornaliera tollerabile” (tolerable daily intake) ovvero stima della quantità di una sostanza in alimenti o bevande, non aggiunta deliberatamente (per esempio, contaminanti), che può essere consumata nell’arco di vita senza rappresentare un rischio significativo per la salute). L’esposizione dell’uomo al BPA può avvenire per via alimentare, dato che è usato in alcuni materiali a contatto con gli alimenti, come biberon e lattine.

Il gruppo scientifico ha concluso che, se esposto al BPA, l’organismo umano metabolizza ed elimina rapidamente la sostanza. Ciò rappresenta un’importante differenza metabolica rispetto al ratto. L’EFSA continuerà a monitorare attentamente le novità scientifiche riguardanti il BPA e qualsiasi loro possibile implicazione per la salute.

Il gruppo AFC, nel corso della sua ultima seduta, ha preso in esame sia i dati precedenti sia quelli più recenti nonché i dati a disposizione sulle modalità con cui il BPA e le sostanze collegate vengono elaborati dal corpo umano. Il gruppo scientifico ha concluso che l’esposizione del feto umano al BPA è trascurabile, in quanto l’organismo della madre metabolizza ed elimina rapidamente il BPA. Gli esperti hanno inoltre concluso che i neonati possiedono un’analoga capacità di metabolizzare ed eliminare il BPA a dosi inferiori ad 1 milligrammo per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Ciò significa che il neonato è in grado di smaltire con efficacia Corretto funzionamento di qualcosa rispetto a standard predefiniti o alle aspettative il BPA a livelli ben superiori al TDI di 0,05 mg/kg/p.c. fissato dal gruppo scientifico e che pertanto resta valida la valutazione del rischio formulata nel 2006.

Il gruppo di esperti scientifici ha preso in esame le notevoli differenze esistenti tra uomo e roditori, come il fatto che il BPA è metabolizzato ed escreto molto più rapidamente nell’uomo che non nei roditori. Tale corpus di prove ridimensiona ulteriormente l’importanza degli effetti del BPA a basse dosi segnalati in alcuni studi sui roditori e impiegati nella valutazione del rischio per l’uomo.

Nella sua precedente valutazione del rischio, il gruppo scientifico ha calcolato il TDI di 0,05 mg/kg di peso corporeo in base al livello privo di effetti negativi osservati ( NOAEL Abbreviazione di “no observed adverse effect level” (dose senza effetto avverso osservabile), concentrazione o quantità massima di una sostanza alla quale non si osservano effetti avversi in una popolazione esposta) di 5 milligrammi/kg peso corporeo/giorno per il ratto, applicando un fattore di incertezza Concetto scientifico usato nell’ambito della valutazione del rischio per descrivere tutti i vari tipi di limiti nelle conoscenze disponibili al momento in cui si effettua la valutazione, in base alle risorse concordate. Tali limiti influiscono sulla probabilità dei possibili risultati della valutazione di 100. Nella sua ultima valutazione il gruppo scientifico ha concluso che tale TDI fornisce un margine di sicurezza Differenza tra l'assunzione effettiva di una sostanza da parte di una determinata popolazione e la dose giornaliera stimata nell'arco di una vita che è considerata sicura dagli esperti sufficiente per la protezione del consumatore, compresi feto e neonato.

L’EFSA ha preso nota della bozza di comunicazione sul BPA dello U.S. National Toxicology Program e della recente bozza di valutazione sullo screening del BPA del governo canadese, che hanno preso in considerazione le risultanze degli studi a base dosi, con particolare riferimento alla tossicità per lo sviluppo neurologico, sebbene in entrambi i casi sia stata indicata la limitatezza di questi studi in termini di rigorosità, coerenza e plausibilità biologica.

L’EFSA ha inoltre preso atto della recente relazione di uno degli istituti del Centro comune di ricerca della Commissione europea (CE, 2008)[2] che concludeva che, a causa della scarsa fiducia nell’affidabilità degli studi sulla tossicità per lo sviluppo neurologico e della mancanza di consistenza tra i risultati dei test sul comportamento, non è possibile trarre conclusioni da questi studi. Tale parere è molto simile a quello dell’EFSA del 2006.

L’EFSA è parimenti a conoscenza della relazione del comitato scientifico norvegese per la sicurezza alimentare (VKM, 2008),[3] che ha concluso che le risultanze scientifiche non contengono prove sufficienti per poter fissare fondatamente il NOAEL ad una soglia più bassa dell’attuale NOAEL, fissato dall’EFSA a 5 mg/kg peso corporeo/giorno.

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[1] Il lavoro del gruppo AFC è oggi ripartito tra due nuovi gruppi: il gruppo di esperti scientifici sui materiali a contatto con gli alimenti, gli enzimi, gli aromatizzanti e i coadiuvanti tecnologici (CEF) e il gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari e sulle fonti alimentari aggiunte agli alimenti (ANS).
[2] La relazione europea sulla valutazione del rischio è pubblicata dalla Consumer Product Safety and Quality Unit (ufficio per la sicurezza e la qualità dei prodotti di consumo), in precedenza denominata European Chemicals Bureau (ufficio europeo delle sostanze chimiche) e facente parte dell’Istituto per la salute e la protezione dei consumatori, uno degli istituti del Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC).
[3] Il Comitato scientifico norvegese per la sicurezza alimentare ha esaminato quattro studi sulla tossicità del BPA per lo sviluppo neurologico e nella sua relazione riconosce che gli studi esaminati presentano gravi lacune. La relazione raccomandava che solo uno studio sugli effetti per lo sviluppo a basse dosi condotto secondo le buone pratiche di laboratorio ( GLP Metodo standardizzato di pianificare e condurre gli studi di laboratorio, oltre che di divulgarne i risultati, per garantire un elevato standard di qualità e affidabilità) avrebbe potuto eliminare le incertezze su tali potenziali effetti del BPA.

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