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La sicurezza del succo di noni ancora al vaglio dell’EFSA

Il gruppo di esperti scientifici sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie (NDA) dell’EFSA ha pubblicato oggi un parere sulla sicurezza del succo di noni, un succo di frutta ottenuto dal frutto del “noni”. L’EFSA è stata interpellata dalla Commissione europea per valutare se le segnalazioni di casi di epatite acuta abbiano influenzato la sicurezza del succo di noni. Il succo di noni ha ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio come nuovo ingrediente Qualsiasi sostanza aggiunta intenzionalmente a un alimento e destinata a rimanere nel prodotto finito, anche in forma modificata. alimentare nel 2003. Il gruppo NDA è giunto alla conclusione che non c’è alcuna prova convincente che indichi un nesso causale tra l’epatite acuta oggetto delle segnalazioni cliniche e il consumo di succo di noni. Sulla base delle informazioni disponibili è improbabile che il consumo di succo di noni ai livelli osservati di assunzione induca effetti avversi nel fegato umano. Occorre sottolineare che l’EFSA non ha esaminato o valutato i potenziali benefici per la salute associati al succo di noni né la validità scientifica delle indicazioni sulla salute.

Il succo di noni si ottiene dal frutto della Morinda citrifolia L., chiamata anche mora indiana. Nell’Unione europea, il succo è stato autorizzato come nuovo ingrediente alimentare da utilizzare nelle bevande pastorizzate a base di frutta nel 2003[1], a norma del regolamento sui nuovi prodotti alimentari, dopo che la sua sicurezza era stata esaminata nel corso di una valutazione del rischio Campo specialistico della scienza applicata che comporta la disamina di dati e studi scientifici per valutare i rischi associati a determinati pericoli. Si articola in quattro fasi: individuazione del pericolo, caratterizzazione del pericolo, valutazione dell'esposizione e caratterizzazione del rischio. svolta dal precedente comitato scientifico per i prodotti alimentari (SCF) dell’Unione europea[2].

A fronte delle informazioni fornite dalle autorità austriache, la Commissione europea ha chiesto all’EFSA di fornire una valutazione supplementare sulla sicurezza del succo di noni, tenendo conto delle recenti segnalazioni di gravi casi di epatite in soggetti che avevano consumato questo succo. Il gruppo NDA dell’EFSA ha inoltre analizzato diversi dati, compresi degli studi condotti sull’uomo e su animali da laboratorio allo scopo di testare la potenziale tossicità nonché i dati sul consumo di succo di noni in Europa.

Al termine della sua analisi, il gruppo di esperti scientifici ha confermato il parere del comitato scientifico per i prodotti alimentari per quanto concerne gli studi sia sulla tossicità sia su genotossicità Capacità di una sostanza di danneggiare il DNA delle cellule. e allergenicità Capacità di scatenare una risposta immunitaria abnorme che provoca una reazione allergica in una persona.. Dal punto di vista tossicologico, il succo di noni è stato adeguatamente testato. Sulla base delle informazioni disponibili è improbabile che il consumo di succo di noni, ai livelli di assunzione osservati, induca effetti avversi nel fegato umano. Il gruppo di esperti scientifici è giunto alla conclusione che non vi è la prova convincente di un nesso causale tra l’epatite acuta oggetto delle segnalazioni cliniche e il consumo di succo di noni.

Occorre sottolineare che l’EFSA si è concentrata sulla valutazione della sicurezza e che il gruppo di esperti scientifici non ha esaminato le indicazioni sulla salute correlate al consumo del succo di noni.

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