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Colloquio scientifico EFSA N.17 : “Risposta alle basse dosi in tossicologia e nella valutazione del rischio”

Gli scienziati discutono sull’ipotesi degli effetti a basse dosi nell’ambito di uno dei colloqui internazionali EFSA

Per due giorni 100 esperti scientifici si sono scambiati opinioni e hanno discusso sui possibili effetti di bassi livelli di determinate sostanze chimiche sulla salute (“l’ipotesi degli effetti a basse dosi”) e sulle difficoltà, presenti e future, che queste sostanze rappresentano per la valutazione del rischio per alimenti e mangimi.

Il XVII colloquio scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha riunito valutatori del rischio, gestori del rischio, scienziati e parti interessate provenienti da 21 Paesi, fra cui 12 Stati membri dell’UE, 4 Paesi candidati, Giappone, Norvegia, Russia, Svizzera e Stati Uniti.

Il colloquio ha visto la partecipazione di eminenti tossicologi, endocrinologi e biochimici provenienti dal mondo accademico, dall’industria e da autorità sanitarie pubbliche, compresi rappresentanti di diverse autorità nazionali competenti in Europa, della Commissione europea, del Centro comune di ricerca (JRC), del comitato scientifico dei rischi sanitari emergenti e recentemente identificati (CSRSERI), dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e dell’Agenzia per gli alimenti e i medicinali (FDA) degli Stati Uniti.

Il colloquio giunge in un momento potenzialmente critico e di svolta nel dibattito scientifico, divenuto sempre più importante a partire dagli anni Novanta: un numero sempre maggiore di studi si è occupato, infatti, degli effetti di sostanze chimiche a basse dosi, principalmente delle cosiddette sostanze con attività endocrina o perturbatori endocrini. In base all’ipotesi degli effetti a basse dosi, tali sostanze possono causare effetti avversi a basse dosi, ma non necessariamente a dosi più elevate. Esse, pertanto, non seguono la classica (o “monotona”) curva dose‑risposta (secondo cui la probabilità di un effetto avverso è maggiore a dosi più elevate), bensì possono mostrare un diverso tipo di curva dose-risposta, ad esempio una curva a forma di U, con risposte sia a basse sia ad alte dosi, ma non negli intervalli intermedi. Questo tipo di curva dose-riposta viene definita curva dose-risposta non monotona.Queste conclusioni mettono in discussione i concetti attualmente applicati alla valutazione del rischio di sostanze chimiche.

Finora non è stato raggiunto un consenso scientifico sulla validità dell’ipotesi degli effetti a basse dosi. Recentemente è stato affermato che numerosi nuovi studi corroborano quest’ipotesi. L’importanza di queste conclusioni e di come potrebbero incidere sulla valutazione dei possibili rischi derivanti da sostanze chimiche in alimenti e mangimi è stata l’argomento principe di questo evento.

Dopo una sessione introduttiva in cui i relatori hanno riepilogato il contenuto del dibattito attuale, i partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi di discussione, ciascuno dei quali incentrato su uno specifico tema chiave: la natura di un effetto e la valutazione dell’avversità; i rapporti dose-riposta; la prova delle curve dose-riposta non monotone; le difficoltà insite nella valutazione del rischio. Nel corso dei dibattiti sono stati affrontati altri aspetti correlati, fra cui gli effetti delle sostanze con attività endocrina, i metodi e le strategie di sperimentazione e le tecniche di modellizzazione per la previsione di risposte biologiche.

I colloqui scientifici dell’EFSA hanno lo scopo di riunire esperti internazionali provenienti da diversi settori per avviare un dibattito scientifico aperto su temi chiave e sono organizzati in modo tale da offrire ampie occasioni per uno scambio di opinioni.

La responsabile dell’unità Ingredienti e imballi alimentari dell’EFSA, Claudia Heppner, ha dichiarato: “I partecipanti al colloquio hanno discusso in un’atmosfera costruttiva sui pareri e sulle evidenze scientifiche esistenti in merito all’ipotesi degli effetti a basse dosi. E ciò è importante per l’EFSA per poter valutare la necessità di esaminare più in profondità l’argomento. Notevole potrebbe essere l’impatto sulle attività dell’EFSA, in vari settori”.

Secondo quanto affermato da Alexandre Feigenbaum, che ha presieduto congiuntamente l’evento: “Vi sono ancora molte incertezze che circondano il dibattito, ma questa settimana abbiamo fatto passi avanti nella discussione. Abbiamo individuato alcune questioni scientifiche chiave e i prossimi passi da fare in termini di requisiti metodologici, lacune nella ricerca, strategie e metodi di sperimentazione adeguati e l’uso di strumenti di previsione. Il dibattito proseguirà e dovrà abbracciare diverse discipline scientifiche. L’EFSA continuerà a motivare e valutare queste discussioni e il possibile impatto sulle sue attività di valutazione del rischio”.

Gli esiti del colloquio saranno sintetizzati in una relazione, da pubblicarsi in autunno.