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L'ampullaria rappresenta una grave minaccia per le zone umide dell'Europa meridionale

L’ampullaria potrebbe avere enormi conseguenze per la biodiversità Termine usato per descrivere la varietà di organismi viventi presenti in un determinato ambiente. se dovesse insediarsi nelle zone umide d’acqua dolce dell’Europa meridionale. Il rischio è elevato per specie quali gli anfibi e per alcune specie già a rischio di estinzione, così come per la diversità delle specie e degli habitat indigeni. Un’invasione di queste lumache potrebbe inoltre compromettere i servizi ecosistemici Benefici offerti all'uomo o alle popolazioni animali da un ecosistema, tra cui cibo o combustibili, ingredienti medicinali naturali, e mantenimento di un suolo fertile. delle zone umide interessate, tra cui l’approvvigionamento di acqua dolce di buona qualità e la regolazione di organismi nocivi e patologie. Sono queste alcune delle conclusioni della valutazione del rischio ambientale Processo di valutazione del potenziale danno per l'ambiente causato da una sostanza, attività o evento naturale. Ciò può includere l'introduzione di piante geneticamente modificate, l'uso di pesticidi o la diffusione di organismi nocivi alle piante. eseguita dall’EFSA sulle ampullarie del genere Pomacea.

Nel 2010 le ampullarie, o “lumache mela”, hanno invaso le risaie del delta dell’Ebro in Spagna. Fino ad allora, non erano presenti allo stato naturale nell’UE e non erano regolamentate. L’invasione di tali lumache si sta tuttora diffondendo nel delta dell’Ebro, nonostante le misure di controllo e di eradicazione attuate nelle risaie, e la Pomacea è ormai considerata una minaccia per le zone umide d’acqua dolce dell’Europa meridionale.

L’EFSA ha condotto la valutazione del rischio Campo specialistico della scienza applicata che comporta la disamina di dati e studi scientifici per valutare i rischi associati a determinati pericoli. Si articola in quattro fasi: individuazione del pericolo, caratterizzazione del pericolo, valutazione dell'esposizione e caratterizzazione del rischio. avvalendosi, per la prima volta, delle sue linee guida sulla valutazione del rischio ambientale ( VRA Abbreviazione di “valutazione del rischio ambientale”, processo di valutazione dei potenziali danni all'ambiente causati da una sostanza, attività o un evento naturale. Ciò può includere l'introduzione di piante geneticamente modificate, l'uso di pesticidi o la diffusione di organismi nocivi alle piante.) degli organismi nocivi ai vegetali (Guidance on the Environmental Risk Assessment (ERA) of Plant Pests), incentrate sui possibili rischi per la biodiversità e i servizi ecosistemici. Il gruppo di esperti scientifici sulla salute dei vegetali ha eseguito due valutazioni: una a breve termine (cinque anni) e una a lungo termine (30 anni).

Riguardo alla biodiversità, le conclusioni principali del gruppo di esperti scientifici sono le seguenti.

  • Per la diversità genetica Variazione genetica tra specie diverse e all'interno della medesima specie. e la diversità delle specie indigene, il rischio è grave sia a breve sia a lungo termine.
  • Per gli habitat indigeni, il rischio è gravissimo a breve termine e grave a lungo termine.
  • Per le specie in pericolo e gli habitat di elevato valore di tutela, il rischio è gravissimo sia a breve sia a lungo termine.
  • Il rischio complessivo per la biodiversità è gravissimo a breve termine e grave a lungo termine.

Per i servizi ecosistemici, il gruppo di esperti scientifici è giunto alle seguenti conclusioni:

  • Il rischio per le risorse genetiche, la regolazione del clima, la regolazione degli organismi nocivi e delle patologie e l’impollinazione è moderato a breve e lungo termine.
  • Il rischio per gli alimenti è moderato a breve termine e grave a lungo termine.
  • Per l’acqua e la regolazione dell’erosione, il rischio è grave sia a breve sia a lungo termine.
  • Il rischio per le acque dolci è gravissimo sia a breve sia a lungo termine.
  • Per il ciclo dei nutrienti e la fotosintesi e la produzione primaria di macrofite (vedere sotto), il rischio è gravissimo a breve termine e grave a lungo termine.
  • Il rischio complessivo per i servizi ecosistemici è grave sia a breve sia a lungo termine.

In taluni casi il rischio a lungo termine è inferiore a quello a breve termine, in quanto si prevede che, nel tempo, emergano macrofite non appetibili per la Pomacea nonché predatori naturali della Pomacea.

Che cosa sono i servizi ecosistemici?

Gli esseri umani beneficiano degli ecosistemi in diversi modi. Questi benefici sono collettivamente noti come servizi ecosistemici. Il concetto è stato diffuso nei primi anni 2000 dalla Millennium Ecosystem Assessment (valutazione degli ecosistemi del millennio), che ha raggruppato i servizi ecosistemici in quattro categorie generali: fornitura o approvvigionamento, quali la produzione di alimenti e acqua; regolazione, come il controllo del clima e delle malattie; di supporto, come i cicli dei nutrienti e l’impollinazione delle colture; e culturali, come i benefici ricreativi. La valutazione del gruppo di esperti scientifici non ha trattato quest’ultima categoria, che non rientra nel suo mandato.

Perché le macrofite sono così importanti?

Le ampullarie si nutrono voracemente di macrofite. Queste sono piante acquatiche che rivestono un ruolo essenziale nel ciclo dei nutrienti; agiscono infatti come “biofiltri” naturali, che assicurano la qualità dell’acqua negli ecosistemi di acqua dolce. Ciò avviene limitando la crescita del fitoplancton e impedendo così la proliferazione di alghe tossiche. Le macrofite giocano inoltre un ruolo importante nell’assimilazione dell’azoto, del fosforo e dei metalli pesanti e nel mantenimento dell’equilibrio del pH dell’acqua.

Forti riduzioni delle specie macrofite provocano una significativa alterazione di queste funzioni. Ciò può avere conseguenze gravi per la sopravvivenza di pesci, quali carpe, lucci e tinche, che si cibano di macrofite e dei microinvertebrati che ospitano, e di uccelli predatori, quali martin pescatore e falco pescatore.

Un’intensa produzione di fitoplancton può anche innalzare il pH dell’acqua a livelli tossici, che minacciano i pesci e gli anfibi, mentre i ridotti livelli di ossigeno, causati dalla materia vegetale in decomposizione, possono aumentare i livelli di mortalità dei pesci e inibirne la riproduzione. Inoltre, è probabile che le ampullarie diventino predatori diretti delle uova di anfibi e di invertebrati acquatici, come i vermi.

 

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